Progetto di employee ambassadorship su LinkedIn: gli errori da evitare

Giu 24, 2019 | Employee Advocacy | 0 commenti


Un progetto di employee ambassadorship è essenziale per la costruzione dell’employer brand di un’azienda. Le aziende che capiscono questa necessità, commettono però molti errori nella creazione di un progetto di questo tipo e non riescono a trarne il giusto vantaggio.

In questo articolo capiremo quali sono gli errori più comuni e da evitare per realizzare un progetto di employee ambassadorship efficace.

La ricerca di nuovi talenti da ingaggiare e coinvolgere nella propria azienda è possibile anche e soprattutto grazie all’attività dei dipendenti dell’azienda stessa su su LinkedIn.

Come abbiamo già detto in un precedente articolo, c’è molto timore ad attivare un progetto di employee ambassadorship perché le aziende temono che esporre così tanto i dipendenti su LinkedIn possa incentivarli a trovare nuove opportunità lavorative.

La paura di perdere le risorse migliori è quindi il vero grande ostacolo che le aziende associano ad un progetto di ambassadorship, anche se è ingiusto sostenere che sia colpa di LinkedIn se le persone se ne vanno.

Eppure i vantaggi sono evidenti: la rete di collegamenti dei dipendenti è 10 volte più grande e 2 volte più forte rispetto a quella di un’azienda e il rischio di perdere un dipendente è compensato dall’alto numero di professionisti  che vengono a conoscenza del brand grazie all’azione degli ambassador.

Le aziende che decidono di utilizzare degli ambasciatori per comunicare e diffondere l’employer branding devono seguire un piano di comunicazione ben strutturato e scegliere le risorse giuste da nominare come ambassador.

Infatti è meglio partire coinvolgendo persone di fiducia e di carisma all’interno dell’azienda, per creare un’espansione organica e positiva del progetto. Sempre dietro l’angolo è il rischio di commettere gravi errori che potrebbero compromettere la reputazione aziendale online.

Progetto di employee ambassadorship: errori di organizzazione

Investire in un progetto di employee ambassadorship è un grande vantaggio per l’azienda perché aiuta a diffondere il proprio employer brand su LinkedIn e aumentare la credibilità dei messaggi che vengono pubblicati sulla pagina aziendale e condivisi dai dipendenti.

I post pubblicati e commentati anche dai dipendenti risultano più affidabili rispetto a quelli condivisi dalla pagina aziendale, di conseguenza gli utenti tendono a dare più fiducia ai brand che adottano una strategia di comunicazione basata anche sull’utilizzo degli ambassador.

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Nonostante l’importanza che ha il ruolo degli ambasciatori per una pagina aziendale LinkedIn, le aziende hanno la tendenza a trascurare i progetti di ambassadorship e a commettere degli errori.

Gli sbagli più comuni delle aziende sono proprio alla base della creazione di un progetto di employee ambassadorship e della strategia di comunicazione:

1. Assenza di Employee Value Proposition

L’EVP definisce la promessa di un’azienda nei confronti del mercato dei talenti e professionisti. Racchiude tutti i valori aziendali che rendono riconoscibile e interessante un brand. L’employee value proposition è alla base di una strategia di employer branding, e la sua mancanza rischia di sminuire e togliere importanza a tutte le comunicazioni che vengono fornite tramite un progetto di ambassadorship.

2. Mancanza di linee guida nel progetto

Le aziende spesso pretendono dai loro ambasciatori delle attività di comunicazione su LinkedIn senza aver ideato prima una strategia o condividere come e perché scrivere delle linee guida.

Quando si inizia un progetto di employee ambassadorship è fondamentale studiare delle linee guida per i dipendenti in modo da organizzare i contenuti da pubblicare e soprattutto stabilire come e quando pubblicarli.

Se non vi sono delle linee guida, i dipendenti chiamati a fare gli ambassador si trovano spaesati; hanno quindi bisogno di regole ben precise per poter diffondere nel modo corretto i valori aziendali.

Le aziende dovrebbero iniziare un progetto di employee ambassadorship solo dopo aver costruito una strategia di comunicazione ben definita incentrata sui valori e sulla vita aziendale.

Non bisogna inoltre dimenticare di creare delle linee guida che regolino le modalità e i toni che gli ambasciatori dovranno mantenere su LinkedIn per divulgare e condividere le notizie del brand.

Employee ambassadorship: gli errori da non fare nella gestione dei dipendenti

All’interno di un progetto di employee ambassadorship, i dipendenti hanno un ruolo cruciale in quanto ambasciatori dell’employer brand. L’azienda che intraprende un percorso di ambassadorship ha il dovere di curare il rapporto con i dipendenti e di fornire loro tutti gli strumenti necessari per divulgare i messaggi dell’azienda nel modo migliore.

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Nella gestione degli ambasciatori le aziende tendono a commettere tre grossi errori:

  1. Difficoltà di scelta degli ambassador: le aziende si rivolgono direttamente a manager già attivi su LinkedIn, ma non coinvolgono altre figure più comuni che a livello di personalità e qualità professionali sono potenzialmente più interessanti e coerenti con le esigenze di comunicazione dell’azienda.

  2. Comunicazione assente tra azienda e ambassador: le aziende non riescono a creare un processo comunicativo efficace che permetta di creare contenuti adatti a supportare l’azione degli ambassador. Inoltre gli ambassador non hanno facile accesso al materiale da comunicare, e sono così costretti a rallentare le loro attività su LinkedIn.

  3. Nessun controllo dell’attività degli ambassador: quando viene attivato un progetto di ambassadorship è necessario monitorare tutte le attività e i messaggi condivisi su LinkedIn. Per farlo l’azienda dovrebbe individuare delle KPI (key performance indicator) e gli obiettivi da raggiungere in modo da poter valutare e controllare passo per passo le attività svolte dagli ambassador.

Un progetto di employee ambassadorship è apparentemente semplice da attivare, ma affinché sia efficace e performante bisogna evitare di commettere errori sia a livello strategico e di ideazione, sia a livello di rapporto e gestione degli ambassador.

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