Recruitment manager: cos’è e cosa fa

Set 13, 2021 | Linkedin Recruiter | 0 commenti

Il recruitment manager si occupa di ricercare e selezionare il personale gestendo l’intero percorso di reclutamento, a partire dall’ideazione degli annunci lavorativi, fino ad arrivare alla firma del contratto di lavoro con l’assunzione del candidato eccellente.

I benefici di un’ottima strategia attuata dal recruiting manager, possono misurarsi sia in termini di qualità che di quantità in quanto permettono di raggiungere più velocemente, con conseguente risparmio di tempo e denaro, i candidati con le caratteristiche ideali.

Diminuire i tempi di ricerca e selezione dei collaboratori inoltre, permette di sottrarre talenti alla concorrenza e di colmare un ruolo con una risorsa che, grazie allo scrupoloso lavoro del recruitment manager, diventa produttiva velocemente.

Un efficace processo di recruiting influisce positivamente anche sulla redditività aziendale in quanto una maggiore velocità nel reclutamento permette di liberare tempo e risorse da dedicare ad attività di valore quali la formazione e la semplificazione del lavoro di squadra.

Infine, ne esce rafforzato il brand aziendale, il che rende maggiormente competitivi sia in termini di business che di attrazione dei migliori talenti.

In questo articolo approfondiremo:

  • cos’è il recruitment manager
  • cosa fa un recruiter
  • il recruitment manager su LinkedIn

Recruitment manager: cos’è

Tra le priorità nella vita di ognuno di noi possiamo sicuramente annoverare le relazioni, un posto piacevole in cui vivere e un lavoro che ci faccia stare bene sia da un punto di vista umano che di prospettive di carriera.

In quest’ultimo aspetto, il recruitment manager gioca senz’altro un ruolo indispensabile: dalle sue scelte operate con scrupolo, ragionato entusiasmo e professionalità, dipende quanto e in che modo un’azienda e un candidato possono reciprocamente darsi l’opportunità di collaborare, conoscersi e costruire qualcosa che consenta di veder brillare i traguardi raggiunti insieme.

Certo, il primo obiettivo del recruiter è trovare il miglior candidato che vada a ricoprire una posizione vacante, ma è suo dovere e abilità anche saper individuare le attitudini nascoste di un candidato al di là di quello che è indicato su un curriculum vitae o sul profilo LinkedIn. È suo compito metterlo a proprio agio con le domande giuste e accompagnarlo passo dopo passo durante l’intero processo di selezione.

Ruolo del recruitment manager è anche quello di dare supporto a chi magari non è adatto a quella determinata posizione, suggerendo come valorizzarsi al meglio, come presentarsi e gestire un colloquio e mostrando loro quali altre doti mettere in evidenza.

Le principali skill e competenze richieste a chi si occupa di gestione delle risorse umane sono numerose:

  • capacità di gestione del processo e dei canali di reclutamento;
  • competenza nella selezione dei candidati idonei attraverso lo screening dei curricula vitae;
  • capacità di gestione di un colloquio di lavoro;
  • dimestichezza nell’utilizzo dei sistemi informatici e di gestione candidati (ATS);
  • conoscenze di diritto del lavoro e contrattualistica;
  • capacità di gestione del tempo e organizzative;
  • alte doti relazionali e di comunicazione;
  • orientamento al risultato e capacità di lavorare per obiettivi;
  • flessibilità, problem solving e capacità di gestione dello stress.

Recruiter cosa fa

Nel momento in cui, insieme al management aziendale, sono state determinate le caratteristiche e le competenze ricercate nel candidato, il recruiter redige l’inserzione di lavoro per la posizione aperta.

La redazione dell’annuncio di lavoro è un passaggio che va curato con attenzione in quanto è necessario che l’offerta sia adeguatamente sintetica ma che allo stesso tempo contenga tutti i requisiti richiesti al candidato, i benefit, le possibilità di carriera e tutto ciò che l’azienda vuol far conoscere ed è in grado di garantire.

Contemporaneamente vengono sviluppati canali di reclutamento supplementari e strategie di active sourcing in sinergia con il comparto marketing.

Successivamente alla pubblicazione dell’annuncio e alla raccolta dei curricula, ha inizio la prima fase di screening dei candidati, che verranno ulteriormente selezionati attraverso uno o più colloqui, gestiti in autonomia dal recruiter o insieme al responsabile delle risorse umane, telefonici, individuali o di gruppo.

Naturalmente l’obiettivo è quello di valutare i candidati per identificare chi meglio corrisponde alle aspettative dell’azienda e, in seguito, seguire il candidato in tutte le fasi di negoziazione degli aspetti contrattuali e amministrativi, fino all’inserimento in struttura.

Un altro aspetto importante del ruolo di recruiter, è tenere sotto controllo i principali KPI di HR, tra cui:

  • time to fill –  misura la durata del processo di ricerca e selezione dei candidati;
  • time to hire – indica il tempo che intercorre tra il primo contatto con il candidato e il suo inserimento in azienda;
  • source of hire – monitora l’efficienza di ogni canale nel procacciare candidati con i quali si è arrivati alla collaborazione.

Potremmo quindi schematizzare le quotidiane attività di un recruiter in questo modo:

  • individuazione dei migliori talenti da selezionare sulla base delle esigenze aziendali;
  • creazione e pubblicazione opportunità di lavoro;
  • gestione e monitoraggio dei diversi canali di reclutamento;
  • screening dei curricula, selezione e successiva convocazione dei candidati scelti;
  • realizzazione e presentazione della short list di candidati al management aziendale;
  • monitoraggio dei principali KPI e dell’attività di recruiting;
  • messa a punto e sviluppo delle strategie di reclutamento e di talent acquisition.

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Il recruitment manager e LinkedIn

LinkedIn offre strumenti e funzionalità che consentono al recruiter di ottenere una quantità di dati utile a perfezionare la ricerca sulla base di ciò che l’azienda sta cercando, la conseguente selezione e a personalizzare il dialogo con i singoli candidati.

Per questo motivo essere molto precisi nel comunicare a LinkedIn le caratteristiche del profilo ricercato è un passaggio importante e delicato, che richiede il supporto di un professionista: rivedendo le scelte di LinkedIn infatti, si può affinare il matching.

LinkedIn infatti, attraverso la piattaforma Recruiter, permette di accedere ad una serie di informazioni sui candidati, che, se analizzati con competenza e cura, forniscono elementi che possono diventare delle vere e proprie leve di interesse per i candidati su cui è rivolta l’attenzione, che facciano diventare l’azienda estremamente attrattiva.

Inoltre, studiando e monitorando le preferenze dei migliori talenti, l’azienda può pianificare e comunicare attraverso i racconti sulla propria pagina aziendale una strategia di employer branding che faccia combaciare la propria “identità” con quelle che sono le maggiori richieste del “mercato lavoro”. 

Se la strategia di employer branding è persuasiva e coerente il brand risulterà più solido, attirando talenti da coltivare nel corso del tempo, e raggiungerà un ottimale livello di fidelizzazione dei suoi già collaboratori.

Una strategia ideale per fare recruiting con LinkedIn infatti,dovrebbe essere orientata sia verso la ricerca e selezione dei migliori candidati per le posizioni attualmente vacanti, sia verso l’attrazione di talenti che al momento non sono alla ricerca di un nuovo lavoro, ma che potrebbero essere in futuro delle risorse che andrebbero ad arricchire il team grazie al loro alto profilo professionale.

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